La neuropsicologia è la disciplina che ha come obiettivo lo studio dei processi cognitivi e comportamentali correlandoli con i meccanismi anatomo-fisiologici, a livello del sistema nervoso centrale, che ne sottendono il funzionamento (Umiltà C., 1999). Essa si occupa di alterazioni cognitive e comportamentali causate da disturbi del neurosviluppo (disturbi specifici e non specifici dell’apprendimento, disturbi dell’attenzione, disturbi della comunicazione e del linguaggio, autismo, disturbi del comportamento, disabilità intellettiva), patologie neurologiche (ictus, traumi cranici, tumori cerebrali, epilessie e malattie degenerative), metaboliche o genetiche e le implicazioni psicologiche ad esse correlate.

La Neuropsicologia Clinica si occupa di valutare i processi cognitivi e comportamentali e promuovere percorsi riabilitativi individualizzati con gli obiettivi di riabilitare o potenziare le funzioni compromesse, prevenire o trattare il disagio secondario, promuovere l’adattamento personale e sociale, sviluppare il benessere della persona e delle sue figure di riferimento. Gli interventi del neuropsicologo clinico sono:

  • la valutazione: è un percorso che si avvale di diversi strumenti quali i colloqui con il paziente e con i familiari, l’osservazione clinica, i test psicometrici e i questionari e consiste nell’identificare, descrivere e quantificare i deficit cognitivi e comportamentali, le risorse della persona e le caratteristiche dei suoi contesti di vita;
  • la riabilitazione: promuove il recupero delle abilità cognitive danneggiate (la memoria, l’attenzione, le funzioni esecutive, il linguaggio, la comunicazione verbale non verbale, le capacità visuo-spaziali, la regolazione delle emozioni e del comportamento) il potenziamento delle abilità residue e l’acquisizione di strategie che permettono di compensare i deficit e di migliorare la capacità di adattamento della persona;
  • il potenziamento: favorisce l’acquisizione e il potenziamento di processi in evoluzione, mirando contemporaneamente a ridurre le conseguenze funzionali del disturbo e ad aumentare la consapevolezza, da parte del bambino e dei suoi familiari, delle caratteristiche di funzionamento;
  • la consulenza e psicoeducazione ai familiari: serve a fornire informazioni e indicazioni sui disturbi presenti, sulla manifestazione di questi nel contesto quotidiano e sulle strategie utili a promuovere e preservare le funzioni compromesse, a favorire un adattamento o riadattamento nei contesti di vita, a promuovere l‘autonomia, a gestire le situazioni problematiche e a migliorare la qualità di vita;
  • il sostegno psicologico alla persona o ai familiari è finalizzato a superare situazioni di disagio e a favorire l’adattamento e il benessere;

Il neuropsicologo clinico valuta i processi cognitivi e comportamentali e promuove percorsi riabilitativi individualizzati. Laddove necessario, opera in collaborazione con altre figure professionali quali logopedista, neuropsichiatra infantile, neurologo e psicoterapeuta.

Il lavoro in rete tra i diversi professionisti e tra i clinici, i familiari e le altre figure di riferimento (in età evolutiva, ad esempio gli insegnanti) è fondamentale nell’affrontare i disturbi neuropsicologici, che hanno ricadute ad ampio raggio sulla persona, sui familiari e sui diversi contesti di vita.